Nuove aggressioni al personale sanitario, questa volta al Pronto Soccorso di Rovigo dove sono state aggredite un’infermiera e un’operatrice socio-sanitaria
Piombo: “Il nostro Ordine esprime tutta la sua vicinanza al personale aggredito. È tempo di coinvolgere tutti per elaborare strategie diverse e dare risposte concrete”
Rovigo – L’Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) di Rovigo esprime profonda preoccupazione e ferma condanna per la recente aggressione avvenuta presso il Pronto Soccorso di Rovigo dell’Azienda Ulss 5 Polesana, dove un’operatrice socio sanitaria e un’infermiera sono state aggredite da una paziente nel turno notturno del 18 febbraio. Questo episodio, che ha causato lesioni con prognosi di sette giorni, segue di pochi giorni un’analoga aggressione avvenuta nel Pronto Soccorso di Adria.
“Ringraziamo il personale sanitario – dichiara Denis Piombo, presidente dell’OPI di Rovigo – che, nonostante tutto, ha scelto continuare il proprio turno per evitare ulteriori disservizi, dando esempio di professionalità e umanità. Un ringraziamento anche all’agente in servizio che ha permesso di riportare la situazione sotto controllo, attivare le forze dell’ordine, e di soccorrere il personale aggredito. L’aggressione ha scatenato, oltre a conseguenze fisiche e morali, un vero e proprio clima di terrore tra il personale sanitario e le persone in attesa di visita, sconvolgendo tutti i presenti. La solidarietà e la vicinanza sono doverose ma il personale ha bisogno di risposte concrete e fatti, non solo parole. Anche da parte del nostro Ordine”.
L’OPI di Rovigo sottolinea come questi atti di violenza, che si ripetono con allarmante frequenza, minino la sicurezza e la dignità dei professionisti sanitari, già duramente provati da tante criticità.
“È sconcertante – aggiunge il presidente provinciale degli infermieri – che la paziente fosse già nota per altri episodi di violenza. Ci chiediamo come sia possibile che una persona con tali precedenti possa ancora rappresentare un pericolo per il personale sanitario e gli utenti. Non possiamo accettare, come società, che l’ospedale si trasformi quotidianamente in un campo di battaglia. L’ospedale deve essere un luogo sicuro per chi vi accede e per chi ci lavora”.
L’Ordine esprime piena disponibilità a dialogare con tutti chiedendo alle autorità competenti di garantire la massima sicurezza nei luoghi di lavoro.
“Siamo pronti a sederci a un tavolo con tutte le istituzioni coinvolte – conclude Piombo – per discutere della problematica e trovare soluzioni concrete. Ognuno può dare il proprio contributo nel rispetto del diverso ambito di pertinenza. Non è più tollerabile che chi si dedica alla cura e all’assistenza dei cittadini debba subire tali violenze. Riconosciamo gli sforzi fatti a livello nazionale e locale ma è evidente che il problema è così radicato che necessita di attenzione costante, impegno e presa di coscienza collettiva”.
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